C’è un filo conduttore che lega gli ultimi incontri di Ci Si Vede in Rete: è la “comunità”.
Dopo averne ampiamente discusso in riferimento alla candidatura di Vicenza a Capitale Italiana della Cultura 2024 con una “comunità all’opera”, e dopo aver compreso come il community design sia capace di progettare l’ambiente (fisico o virtuale) e le infrastrutture (gli strumenti) che servono a facilitare lo sviluppo di relazioni, mettendo al centro della progettazione le esigenze delle persone non più come singoli individui, ma come membri di un gruppo (community, per l’appunto) che si riconosce intorno a una proposta di valore, allarghiamo la visione per andare, ora, dalla comunità al territorio attraverso la produzione di valore.
Lo facciamo martedì 12 aprile, dalle 18.30 alle 19.10, in diretta sulla pagina Facebook e canale YouTube del CSV di Vicenza con Fabio Fraticelli, Chief Operating Officer di TechSoup Italia e Maria Carla Midena, Direttore unità organizzativa terzo settore Regione del Veneto, per approfondire il tema: Produrre valore, dalla comunità al territorio.
Nel suo percorso professionale Fabio Fraticelli si specializza sui processi di trasformazione digitale nel terzo settore, affermandosi come uno dei massimi esperti sul tema.
Nel 2012 ottiene il titolo di Dottore di Ricerca in Economia Aziendale (focus: organizzazione aziendale) all’Università di Pisa, sviluppando uno studio etnografico biennale sull’innovazione digitale in collaborazione con il National Park Service (USA). Negli anni focalizza l’attività di ricerca sul terzo settore e coordina progetti di crescente complessità, fino ad ottenere nel 2019 l’incarico di Chief Operating Officer di TechSoup Italia, la prima piattaforma internazionale che aiuta le organizzazioni Non Profit di tutto il mondo ad intraprendere percorsi di trasformazione digitale.
Accanto a lui, nell’appuntamento digitale del 12 aprile, Maria Carla Midena. Dopo un percorso professionale ventennale nelle aziende sanitarie con compiti di direzione giuridico-amministrativa, Midena dal 2009 al 2013 in Regione del Veneto segue la UC Assistenza Distrettuale e Cure Primarie, per poi passare alla Direzione dei Servizi Sociali e Funzione Territoriale di un’Azienda Sanitaria della Regione. Dal 2017 ad oggi è Direttore dell’UO Dipendenze, Terzo Settore, Nuove Marginalità e Inclusione Sociale presso Regione del Veneto – Area Sanità e Sociale – Direzione Servizi Sociali.
FABIO FRATICELLI
Dott. Fraticelli, lei aiuta aziende ed enti del Terzo Settore a generare “innovazioni intelligenti, capaci di produrre valore per i destinatari dei servizi”. Cosa significa? Quali sono queste innovazioni intelligenti?
Sono quelle innovazioni che riescono a rendere più efficace e più efficiente il modo con cui un’organizzazione svolge i propri compiti, come ad esempio le piattaforme che facilitano l’erogazione e l’organizzazione dei servizi. In questa prospettiva, TechSoup vuole essere un partner per gli enti del Terzo Settore in tutti quei processi di trasformazione digitale proponendo innovazioni intelligenti e pensate ad hoc per le differenti organizzazioni.
Di quale/i valore/i ha bisogno il territorio oggi?
Il territorio oggi ha bisogno di misurare l’impatto delle attività svolte dagli enti operanti sul territorio, e le sinergie tra i diversi attori e enti coinvolti.
Questa capacità di incanalare le informazioni, analizzarle e soprattutto comunicarle permette la non dispersione e la reale valorizzazione dell’operato degli enti del terzo settore creando un vero valore aggiunto.
In questo contesto, il ruolo del digitale è fondamentale per facilitare la raccolta dei dati, la loro analisi e la loro comunicazione e condivisione: risulta quindi uno strumento al servizio degli enti del territorio per aiutarli ad avere sempre di più un ruolo determinante per il futuro del nostro paese.
MARIA CARLA MIDENA
Il Terzo Settore rappresenta un patrimonio fondamentale per il Veneto e ci rende un punto di riferimento e un modello a livello nazionale sia per la valenza sociale che per il contributo che dà all’economia del territorio. Lei, dott.ssa Midena, che lo vive in prima persona, come si sente di raccontare questo Terzo Settore e il valore che apporta al territorio?
Non è facile delineare un identikit del Terzo Settore regionale, a causa della sua complessità e varietà intrinseca. Possiamo però definirlo come l’insieme di enti di carattere privato che agiscono in diversi ambiti, tutti votati all’interesse generale della comunità. Infatti, i campi di azione di queste realtà associative spaziano dall’assistenza alle persone vulnerabili e con disabilità alla tutela dell’ambiente, ai servizi sanitari e socio-assistenziali, all’animazione, alla promozione culturale e sportiva, alla gestione di servizi di welfare istituzionale come per la tutela del bene comune e la salvaguardia dei diritti negati.
Questa sua dimensione di interconnessione tra pubblico e privato ha permesso si sviluppare competenze, risorse, capacity building, expertise che vengono messe a disposizione ai fini di rinnovare il sistema di welfare, contribuendo a quella coesione sociale riconosciuta dal PNRR e necessaria per lo sviluppo e il rilancio anche del nostro territorio regionale.
Per comprendere l’eterogeneità degli enti che compongono il mosaico del Terzo Settore in Veneto è importante darne una dimensione numerica:
in base all’ultima rilevazione ISTAT sul settore non profit, nella nostra Regione sono attive ben 31.087 realtà, con un incidenza di 63,7 istituzioni ogni 10 mila abitanti, e sono impiegati 80.060 dipendenti, pari a n. 164,1 ogni 10 mila abitanti.
Questo ci fa senz’altro capire come queste realtà siano assolutamente ben radicate nel territorio e forniscano un supporto tutt’altro che secondario alla comunità in primis, e alla Pubblica Amministrazione in seconda istanza.
Questo aspetto è stato evidente, in particolare, durante l’emergenza sociosanitaria SARS-CoV-2, quale scenario inedito, che ha rappresentato un vero e proprio “stress test” del sistema. Il Terzo Settore regionale infatti è stato in grado di declinare le sue azioni in nuove sinergie con i diversi attori locali e con modalità di intervento innovative a favore dello sviluppo delle comunità di riferimento.
Di quale/i valore/i ha bisogno il territorio oggi, dal suo punto di vista?
Credo fermamente che il Terzo settore rappresenti un anello di congiunzione forte e solidale tra le istituzioni e le comunità e, per questo motivo, va sempre più rafforzato e sostenuto. Abbiamo visto, prima nella fase pandemica e ora in risposta alla grave crisi umanitaria ucraina, come il Terzo settore sia in grado di adoperarsi per supportare le persone, per aiutarle, per sostenerle, generando relazioni sociali e resilienza nelle comunità.
Il Terzo settore ha quindi il ruolo fondamentale di ricucire e rinsaldare le relazioni nei territori, di avvicinare le persone alle istituzioni e le istituzioni alle comunità, valorizzando la solidarietà, l’orientamento al bene comune, la resilienza e la capacità di sviluppare un vero welfare di comunità e generativo.
Questi valori sono davvero fondamentali in questo momento storico: stiamo lentamente uscendo da una grave pandemia e l’emergenza umanitaria in Ucraina ci chiede un grandissimo sforzo per garantire un sostegno dignitoso a chi arriva, dai bambini alle donne, alle persone anziane e con disabilità.
Dobbiamo adoperarci tutti per favorire la collaborazione tra pubblico e privato, il perseguimento del bene comune e della solidarietà, per rafforzare le reti formali e informali che nelle nostre comunità contribuiscono tutti i giorni al benessere e all’inclusione delle persone.