2022 Eventi

2022 – Terzo incontro – martedì 1 marzo – La comunità all’opera

Solo quattro giorni ci separano dall’incontro precedente dedicato all’Economia del bene comune, che ha visto la presenza del Direttore di AICCON e The FundRaising School, Paolo Venturi, e Luciano Zanin, fundraiser, consulente, formatore e Amministratore Unico che nel 2013 ha costituito Fundraiserperpassione.

Marzo sarà un mese completamente dedicato alla candidatura di Vicenza a Capitale Italiana della Cultura 2024, tra le 10 finaliste all’ambìto ruolo.

Accanto a lei, in classifica, Ascoli Piceno, Chioggia (Venezia), Grosseto, Mesagne (Brindisi), Pesaro (Pesaro e Urbino), Sestri Levante con il Tigullio (Genova), Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (Salerno), Viareggio (Lucca).

Le 10 finaliste presenteranno i propri dossier alla giuria in un’audizione pubblica attraverso un incontro di approfondimento della candidatura in modalità videoconferenza, da remoto, nei giorni 3 e 4 marzo, secondo un calendario che ha stabilito che Vicenza sarà l’ultima a presentarsi, venerdì 4 marzo dalle 12.45 alle 13.45.

I due appuntamenti di Ci Si Vede in Rete dedicati alla tematica si situano esattamente prima e dopo quest’audizione, e saranno un modo per aggiornare la cittadinanza tutta sullo stato delle cose.

Il primo marzo, in particolare, il Direttore del CSV di Vicenza, Maria Rita Dal Molin, e la Giornalista Margherita Grotto avranno modo di dialogare sulla “Comunità all’opera” con quattro esponenti di spicco, protagonisti – in prima linea – in questo importante percorso di candidatura della città palladiana a Capitale Italiana della Cultura 2024.

Online, dalle 18.30 alle 19.10, il Sindaco della città e Presidente della Provincia, Francesco Rucco, Avvocato libero professionista, sposato con Ilaria e padre di Letizia e Margherita. Sportivo e appassionato di calcio e tennis, praticati fin da giovane, è da sempre tifoso del Lanerossi Vicenza di cui è affezionato abbonato da decenni. Accanto a lui Caterina Soprana, Consigliere Comunale dal 2018, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Vicenza, dove vive da sempre. È autrice di testi poetici e fotografia autoriale, spesso riuniti in una personale ricerca artistica; Massimiliano Colombi, Sociologo, esperto di innovazione dei processi organizzativi e culturali; Docente di Sociologia al Polo Teologico Marchigiano; analista sociale del gruppo “social business” di Nomisma e Fondazione Grameen Italia; ha partecipato al gruppo di lavoro di Vicenza Capitale Italiana della cultura 2024. In questi anni ha approfondito i temi della Comunità e della Vulnerabilità, con una particolare attenzione alle organizzazioni e alle città. E ultimo, ma non ultimo, l’ideatore del logo di Vicenza Capitale Italiana della Cultura 2024, Franco Molon, vicentino, ma con esperienze di vita tra Spagna, Stati Uniti e Africa. Designer e Art Director e soccorritore, da sempre ama il design e le motociclette che restaura maniacalmente… ma per hobby. Visionario dal 1962.


Francesco RuccoFRANCESCO RUCCO

Sindaco Rucco, perché è valsa la pena attivare un simile percorso – virtuoso – nel nostro territorio?

Come Sindaco e come Presidente della Provincia, ho sempre sottolineato che a concorrere a questo progetto non è solo una città, ma il “sistema Vicenza” che questo percorso ha il merito di avere avviato e che è un valore che deve rimanere vivo al di là dell’esito del bando.

Oggi abbiamo la soddisfazione di vedere Vicenza nella rosa delle 10 città finaliste, ma non è questo il solo motivo per cui possiamo dire che “ne è valsa la pena”. Grazie a questo concorso abbiamo ragionato sulla città, abbiamo messo a confronto tutte le sue forze e abbiamo capito che fare rete è importante. Insieme, abbiamo tracciato una nuova idea di Cultura, ampliandone il significato, aprendola ad un mondo più ampio dove il produttore culturale non è più solo chi si occupa in senso stretto di arte e cultura, ma chiunque sia capace di creare qualcosa di nuovo, contribuendo a migliorare la qualità di vita della comunità. Ecco perché se in questo nuovo “sistema Vicenza” è portante l’intreccio fra cultura e impresa, da sempre cuore pulsante della fisionomia vicentina, è entrato da protagonista anche il grande “apparato circolatorio” formato dal terzo settore, dal volontariato e dal mondo sociale in genere.

Per rimanere in linea con il claim che accompagna il dossier di candidatura, possiamo dire che questo percorso è una bella Invenzione, che deve restare oltre l’esito del bando e che per questo, comunque vada, è valsa tutta la fatica messa in campo.


CATERINA SOPRANA

CATERINA SOPRANA

Consigliere Soprana, a che punto siamo con questa candidatura?

Siamo ad un punto importante. Dopo l’annuncio delle 10 finaliste e la soddisfazione di esserne parte, ora le forze sono concentrate sulla preparazione dell’audizione, che si terrà il 4 marzo alle ore 12.45. La novità è che non sarà in presenza, ma da remoto, il che cambia un po’ l’approccio e ci costringe a costruire una forma di presentazione in grado ci colpire positivamente la giuria, non solo con “effetti speciali”, ma con la forza dei contenuti e con la capacità di trasmettere concretezza e credibilità.

Tutto quello che potevamo dare in termini di costruzione teorica di progetto, a questo punto, l’abbiamo dato ed è racchiuso nelle circa 70 pagine di dossier che abbiamo consegnato al Ministero lo scorso 18 ottobre e che oggi si trova in pole position nella corsa verso il titolo finale.

Nel frattempo va avanti il lavoro sulla comunicazione, finalizzato a far conoscere Vicenza e il suo progetto, coinvolgendo il pubblico esterno e mantenendo vivo il clima di condivisione che ha caratterizzato questo percorso fin dall’inizio e che deve assolutamente restare anche al di là dell’esito di questa avventura.

Dopo il 4 marzo spero si possa riprendere con gli incontri e con i primi passi per impostare le attività finalizzate a concretizzare nel tempo le “Invenzioni” contenute nel Dossier.


FRANCO MOLONFRANCO MOLON

Franco, come è nato il logo di Vicenza Capitale italiana della cultura per il 2024?

Trovare un simbolo grafico che rappresenti una città, contenendo anche i mille spunti nati durante il brainstorming, non è cosa facile.
Il rischio fortissimo è quello di cadere nel banale o in qualcosa che non rappresenta i concetti desiderati.
Ho “rischiato” partendo da quello che per antonomasia è il “simbolo” di Vicenza, la Basilica Palladiana, e da quella ho estratto una sineddoche; utilizzando la serliana che ne è il tratto più caratterizzante.
Ho stilizzato questo simbolo, tagliato, moltiplicato, inclinato, aggiunto, legato per arrivare ad avere una forma che non richiamasse più a prima vista una serliana, ma che diventasse un qualcosa di diverso.
Da quel momento lo sviluppo è stato “quasi” automatico, andando a creare delle icone “elastiche”, capaci di diversificarsi, rappresentando concetti diversi.
Il marchio è quindi stato inserito in uno “scudo” che richiama la forma della parte centrale della serliana; per dare un effetto prospettico al tutto, è stato tagliato diagonalmente con un’inclinazione di 15,08 gradi che è l’anno di nascita di Palladio (1508).
Un’altra caratteristica formale dello scudo è che il perimetro è perfettamente sovrapponibile all’area topografica in cui è presente il Teatro Olimpico. Quest’ultima curiosità non è stata opera di progetto, ma una pura coincidenza, quasi come se il grande “Inventore” avesse voluto inviarmi un omaggio personale!


 MASSIMILIANO COLOMBIMASSIMILIANO COLOMBI

Dott. Colombi, quanto ha bisogno la società attuale, e in che termini, delle Invenzioni sociali?

Le Invenzioni o sono sociali o non sono invenzioni. È finito il tempo dell’uomo solo al comando e la “dittatura” dei visionari. È il lavoro corpo a corpo dentro il farsi del sociale, nella fatica della quotidianità, nel saper sostare presso le storie di donne e uomini vulnerabili, che consente di riconoscere i germogli di futuro.

Siamo dentro un crinale della storia che ha aperto un grande squarcio: ci sono tante “ferite” che possono essere “feritoie” vitali. Occorre rimettere il Mondo al mondo. Per fare questo serve una intrapresa di comunità. Questo è il messaggio che arriva da Vicenza. La cultura allora è relazione.

 

 

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