Solo quattro giorni ci separano dall’incontro precedente dedicato all’Economia del bene comune, che ha visto la presenza del Direttore di AICCON e The FundRaising School, Paolo Venturi, e Luciano Zanin, fundraiser, consulente, formatore e Amministratore Unico che nel 2013 ha costituito Fundraiserperpassione.
Marzo sarà un mese completamente dedicato alla candidatura di Vicenza a Capitale Italiana della Cultura 2024, tra le 10 finaliste all’ambìto ruolo.
Accanto a lei, in classifica, Ascoli Piceno, Chioggia (Venezia), Grosseto, Mesagne (Brindisi), Pesaro (Pesaro e Urbino), Sestri Levante con il Tigullio (Genova), Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (Salerno), Viareggio (Lucca).
Le 10 finaliste presenteranno i propri dossier alla giuria in un’audizione pubblica attraverso un incontro di approfondimento della candidatura in modalità videoconferenza, da remoto, nei giorni 3 e 4 marzo, secondo un calendario che ha stabilito che Vicenza sarà l’ultima a presentarsi, venerdì 4 marzo dalle 12.45 alle 13.45.
I due appuntamenti di Ci Si Vede in Rete dedicati alla tematica si situano esattamente prima e dopo quest’audizione, e saranno un modo per aggiornare la cittadinanza tutta sullo stato delle cose.
Il primo marzo, in particolare, il Direttore del CSV di Vicenza, Maria Rita Dal Molin, e la Giornalista Margherita Grotto avranno modo di dialogare sulla “Comunità all’opera” con quattro esponenti di spicco, protagonisti – in prima linea – in questo importante percorso di candidatura della città palladiana a Capitale Italiana della Cultura 2024.
Online, dalle 18.30 alle 19.10, il Sindaco della città e Presidente della Provincia, Francesco Rucco, Avvocato libero professionista, sposato con Ilaria e padre di Letizia e Margherita. Sportivo e appassionato di calcio e tennis, praticati fin da giovane, è da sempre tifoso del Lanerossi Vicenza di cui è affezionato abbonato da decenni. Accanto a lui Caterina Soprana, Consigliere Comunale dal 2018, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Vicenza, dove vive da sempre. È autrice di testi poetici e fotografia autoriale, spesso riuniti in una personale ricerca artistica; Massimiliano Colombi, Sociologo, esperto di innovazione dei processi organizzativi e culturali; Docente di Sociologia al Polo Teologico Marchigiano; analista sociale del gruppo “social business” di Nomisma e Fondazione Grameen Italia; ha partecipato al gruppo di lavoro di Vicenza Capitale Italiana della cultura 2024. In questi anni ha approfondito i temi della Comunità e della Vulnerabilità, con una particolare attenzione alle organizzazioni e alle città. E ultimo, ma non ultimo, l’ideatore del logo di Vicenza Capitale Italiana della Cultura 2024, Franco Molon, vicentino, ma con esperienze di vita tra Spagna, Stati Uniti e Africa. Designer e Art Director e soccorritore, da sempre ama il design e le motociclette che restaura maniacalmente… ma per hobby. Visionario dal 1962.
FRANCESCO RUCCO
Sindaco Rucco, perché è valsa la pena attivare un simile percorso – virtuoso – nel nostro territorio?
Come Sindaco e come Presidente della Provincia, ho sempre sottolineato che a concorrere a questo progetto non è solo una città, ma il “sistema Vicenza” che questo percorso ha il merito di avere avviato e che è un valore che deve rimanere vivo al di là dell’esito del bando.
Oggi abbiamo la soddisfazione di vedere Vicenza nella rosa delle 10 città finaliste, ma non è questo il solo motivo per cui possiamo dire che “ne è valsa la pena”. Grazie a questo concorso abbiamo ragionato sulla città, abbiamo messo a confronto tutte le sue forze e abbiamo capito che fare rete è importante. Insieme, abbiamo tracciato una nuova idea di Cultura, ampliandone il significato, aprendola ad un mondo più ampio dove il produttore culturale non è più solo chi si occupa in senso stretto di arte e cultura, ma chiunque sia capace di creare qualcosa di nuovo, contribuendo a migliorare la qualità di vita della comunità. Ecco perché se in questo nuovo “sistema Vicenza” è portante l’intreccio fra cultura e impresa, da sempre cuore pulsante della fisionomia vicentina, è entrato da protagonista anche il grande “apparato circolatorio” formato dal terzo settore, dal volontariato e dal mondo sociale in genere.
Per rimanere in linea con il claim che accompagna il dossier di candidatura, possiamo dire che questo percorso è una bella Invenzione, che deve restare oltre l’esito del bando e che per questo, comunque vada, è valsa tutta la fatica messa in campo.
CATERINA SOPRANA
Consigliere Soprana, a che punto siamo con questa candidatura?
Siamo ad un punto importante. Dopo l’annuncio delle 10 finaliste e la soddisfazione di esserne parte, ora le forze sono concentrate sulla preparazione dell’audizione, che si terrà il 4 marzo alle ore 12.45. La novità è che non sarà in presenza, ma da remoto, il che cambia un po’ l’approccio e ci costringe a costruire una forma di presentazione in grado ci colpire positivamente la giuria, non solo con “effetti speciali”, ma con la forza dei contenuti e con la capacità di trasmettere concretezza e credibilità.
Tutto quello che potevamo dare in termini di costruzione teorica di progetto, a questo punto, l’abbiamo dato ed è racchiuso nelle circa 70 pagine di dossier che abbiamo consegnato al Ministero lo scorso 18 ottobre e che oggi si trova in pole position nella corsa verso il titolo finale.
Nel frattempo va avanti il lavoro sulla comunicazione, finalizzato a far conoscere Vicenza e il suo progetto, coinvolgendo il pubblico esterno e mantenendo vivo il clima di condivisione che ha caratterizzato questo percorso fin dall’inizio e che deve assolutamente restare anche al di là dell’esito di questa avventura.
Dopo il 4 marzo spero si possa riprendere con gli incontri e con i primi passi per impostare le attività finalizzate a concretizzare nel tempo le “Invenzioni” contenute nel Dossier.
FRANCO MOLON
Franco, come è nato il logo di Vicenza Capitale italiana della cultura per il 2024?
Trovare un simbolo grafico che rappresenti una città, contenendo anche i mille spunti nati durante il brainstorming, non è cosa facile.
Il rischio fortissimo è quello di cadere nel banale o in qualcosa che non rappresenta i concetti desiderati.
Ho “rischiato” partendo da quello che per antonomasia è il “simbolo” di Vicenza, la Basilica Palladiana, e da quella ho estratto una sineddoche; utilizzando la serliana che ne è il tratto più caratterizzante.
Ho stilizzato questo simbolo, tagliato, moltiplicato, inclinato, aggiunto, legato per arrivare ad avere una forma che non richiamasse più a prima vista una serliana, ma che diventasse un qualcosa di diverso.
Da quel momento lo sviluppo è stato “quasi” automatico, andando a creare delle icone “elastiche”, capaci di diversificarsi, rappresentando concetti diversi.
Il marchio è quindi stato inserito in uno “scudo” che richiama la forma della parte centrale della serliana; per dare un effetto prospettico al tutto, è stato tagliato diagonalmente con un’inclinazione di 15,08 gradi che è l’anno di nascita di Palladio (1508).
Un’altra caratteristica formale dello scudo è che il perimetro è perfettamente sovrapponibile all’area topografica in cui è presente il Teatro Olimpico. Quest’ultima curiosità non è stata opera di progetto, ma una pura coincidenza, quasi come se il grande “Inventore” avesse voluto inviarmi un omaggio personale!
MASSIMILIANO COLOMBI
Dott. Colombi, quanto ha bisogno la società attuale, e in che termini, delle Invenzioni sociali?
Le Invenzioni o sono sociali o non sono invenzioni. È finito il tempo dell’uomo solo al comando e la “dittatura” dei visionari. È il lavoro corpo a corpo dentro il farsi del sociale, nella fatica della quotidianità, nel saper sostare presso le storie di donne e uomini vulnerabili, che consente di riconoscere i germogli di futuro.
Siamo dentro un crinale della storia che ha aperto un grande squarcio: ci sono tante “ferite” che possono essere “feritoie” vitali. Occorre rimettere il Mondo al mondo. Per fare questo serve una intrapresa di comunità. Questo è il messaggio che arriva da Vicenza. La cultura allora è relazione.