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2022 – Quarto incontro – martedì 15 marzo – Inventa prospettive

Rimaniamo ancora all’interno della candidatura di Vicenza Capitale Italiana della cultura 2024 con il quarto incontro della rubrica Ci Si Vede in Rete.

Dopo aver dialogato sulla Comunità all’opera con il Sindaco di Vicenza e Presidente della Provincia, Francesco Rucco, con Caterina Soprana, Consigliere Comunale e Presidente della Commissione Cultura del Comune di Vicenza, con il Sociologo Massimiliano Colombi, e con l’ideatore del logo di Vicenza Capitale Italiana della Cultura 2024, Franco Molon, sondiamo la tematica Inventa prospettive” – il messaggio che le nuove generazioni lanciano a una città in cammino verso il 2024 – con esponenti del mondo imprenditoriale e sociale vicentino.

Tra questi, Lucio Vicentini, tetraplegico dall’età di 20 per incidente automobilistico, da sempre impegnato nel volontariato, Presidente dell’Associazione “H81 insieme Vicenza Onlus dal 2004 al 2009, oggi è Vice Presidente di “H81 A.S.D.”. Pioniere del Wheelchair Rugby, sport che pratica e ha contribuito a diffondere in Italia fin dal 2011, è fondatore nel 2014 dei “4 Cats H81 A.S.D., la squadra di Rugby in Carrozzina a Vicenza.

Accanto a lui Luigi Battistolli, Imprenditore e Presidente CDA della Società del Gruppo Battistolli, Alessia Fortunato in rappresentanza del progetto Porto Burci, nato dalla condivisione e dalla messa a sistema di idee, valori, competenze ed esperienze di 5 associazioni (Arci Servizio Civile APS, Legambiente Vicenza APS, Arciragazzi Vicenza APS, Circolo Arci Cosmos, Non Dalla Guerra APS), e lo stesso direttore del CSV di Vicenza, Maria Rita Dal Molin, nella doppia veste di moderatrice e intervistata.


LUCIO VICENTINILUCIO VICENTINI

C’è una data che interessa particolarmente Vicenza, il 2024. Cosa sogna – in termini di inclusione – entro quella data?

Vicenza 2024 Capitale Italiana della Cultura! La cultura è una bella invenzione! La cultura se non è inclusiva non è cultura! La cultura è di tutti!

Ecco cosa sogno, che nessuno venga lasciato indietro ed escluso. Che ogni evento, ogni proposta sia davvero per tutti. Che ognuno possa avere l’imbarazzo della scelta su che cosa voler seguire e non su che cosa gli sia concesso di poter seguire.

Sogno che anche lo sport, che da sempre è strumento di inclusione, venga a sua volta incluso in quel percorso che vuol portare Vicenza a diventare Capitale italiana della Cultura.

Anche lo sport è cultura, a mio avviso, ma credo che ancora molto si debba e si possa fare per far crescere la cultura dello sport in Italia. Che bello sarebbe se Vicenza fosse proprio un trampolino di lancio e potesse essere un esempio da seguire anche dalle future capitali della cultura degli anni a venire.

Se si pensa a quante persone – tra atleti, staff, tifosi e appassionati – lo sport riesca a spostare nel mondo, o anche solo a livello nazionale, regionale, provinciale, ci risulta facile pensare che lo sport potrebbe essere veramente un vettore vincente anche per veicolare dell’altro. Un evento sportivo di alto livello potrebbe attirare molto pubblico che, se opportunamente informato e incluso preventivamente in un contesto più ampio, potrebbe scegliere per l’occasione di approfittarne per visitare Vicenza, fermarsi qualche giorno in più e tuffarsi in un bagno di cultura che il progetto Vicenza 2024 saprà sicuramente offrire.

Investire sullo sport, anche a livello giovanile, vuol dire già fare e promuovere cultura. Incentivando lo sport a tutti i livelli, offrendo nuove strutture, sostenendo gli sport minori, lo sport paralimpico, si stimolano le persone a fare, a tenersi in forma, a vivere meglio e più a lungo, ad appassionarsi ad una disciplina che ha una sua storia, magari che è nata lontano, ma che oggi – grazie a chi ci ha creduto – la si può praticare anche nella Città del Palladio.

Credo sia straordinario pensare a quanto una diffusa cultura sportiva possa influire sulla nostra società e sui più giovani, anche a livello inconscio, e tenerli lontani da certi pericoli e certe derive culturali e sociali.


LUIGI BATTISTOLLI

Sig. Battistolli, perché, da imprenditore, ha aderito al progetto di candidatura di Vicenza Capitale della Cultura 2024? In cosa ha creduto, tanto da appoggiare fortemente questo programma?

La cultura è una parte essenziale del nostro vivere e ha le sue radici in quella storia importante che, ogni giorno, possiamo ammirare nelle bellezze architettoniche  della nostra città.

Un passato che si riflette nel presente e che merita l’impegno di tutti affinché venga valorizzato. Ben vengano, dunque, mostre e iniziative che portino Vicenza, una volta di più, sotto i riflettori nazionali ed esteri. Perché dobbiamo andare oltre l’idea di vedere la nostra provincia limitatamente alla sua realtà imprenditoriale ed industriale, importante, anzi importantissima, ma non unica fonte di visibilità in un contesto che, come ci insegnano le moderne tecnologie, oggi più che mai vive di poliedricità.

Sport e cultura: due mondi distinti o connessi? Possiamo affermare che “sport è cultura”?

Sport e cultura sono due facce della stessa medaglia, due contesti che, seppur differenti, sono indispensabili alla crescita dei nostri giovani e rappresentano un punto fermo per chi, come me, ha qualche anno in più ed è stato plasmato dai valori che si ritrovano in entrambi i contesti. Educazione, rispetto, ma anche voglia di affermarsi e di recitare un ruolo da protagonisti perché si può vincere alzando una coppa in campo, ma anche scrivendo un libro. Perché bisogna sfatare i miti degli sportivi senza cultura o degli uomini di pensiero senza i muscoli.

Nella sua esperienza personale, come si influenzano i seguenti tre mondi: sport, cultura, imprenditorialità?

Ritorno alla risposta di prima, vale a dire che si tratta di tre contesti diversi, ma non a compartimenti stagni, bensì collegati tra loro, spesso e volentieri con un filo doppio se non triplo. Lo sport ha bisogno dell’imprenditorialità a livello di risorse, il mondo dell’impresa trova nello sport la sua cartina di tornasole per acquisire una visibilità mediatica di grande impatto. E la cultura si deve lasciare ormai definitivamente alle spalle quella patina un po’ antica e di cerchia riservata a pochi per entrare nelle case di tutti con iniziative che si possono coniugare benissimo allo sport ma anche al mondo economico in senso lato”.

E non è un caso che i nostri padri latini con il “mens sana in corpore sano” avessero già visto oltre e che i greci con la classicità delle loro statue rendessero perenne l’immagine di quegli atleti che, in fondo, erano una sorta di eroi immortali le cui effigi sono arrivate fino ai giorni nostri e si possono ammirare nei nostri musei. Perché lo sport è cultura e la cultura deve diventare uno sport, della mente e del fisico, magari anche grazie all’aiuto di noi imprenditori.


PORTO BURCI | ALESSIA FORTUNATO

Alessia, lei è qui in rappresentanza del progetto Porto Burci. Per la candidatura della Città di Vicenza a Capitale italiana della cultura c’è una Comunità all’opera”. Possiamo dire che anche Porto Burci, nel suo piccolo, ha messo “all’opera una comunità”?

Il progetto Porto Burci nasce proprio dalla condivisione e dalla messa a sistema di idee, valori, competenze ed esperienze che 5 associazioni (Arci Servizio Civile APS, Legambiente Vicenza APS, Arciragazzi Vicenza APS, Circolo Arci Cosmos, Non Dalla Guerra APS)  hanno maturato, chi più chi meno, negli ultimi 15 anni nella città di Vicenza. Porto Burci è uno spazio d’incontro, di attivismo e luogo di ideazione di azioni culturali e sociali, che crea nuovi capitali simbolici, attraverso segni e codici generati dai cittadini stessi. Abitare lo stesso spazio fisico ha consentito di innescare nuove progettualità e sperimentazioni condivise, creando occasioni di formazione e arricchimento culturale, trasformando le idee in opportunità per tutta la comunità, attraverso lo scambio di competenze ed esperienze. Un luogo di incontro e socialità dove costruire relazioni significative, dove associazioni, gruppi informali e organizzazioni trovano spazio per ideare e realizzare i propri progetti. Vengono proposte attività ed eventi inerenti a vari temi: arte e cultura, ambiente, diritti, questioni di genere, intercultura, cittadinanza attiva, cooperazione.

Le relazioni tra singoli, gruppi informali, associazioni sono alla base del modello Porto Burci: essere spazio di confronto, scontro/conflitto e di trasformazione permette di ridurre le disuguaglianze e coltivare nuovi dialoghi, nuove prospettive, nuove progettualità condivise, che abbiano un effettivo impatto sulla città e la sua comunità.

Attualmente le associazioni che gestiscono il centro culturale, che hanno ottenuto nuovamente l’assegnazione della gestione di Porto Burci per altri tre anni, possono contare su una rete composta da 21 soggetti, sia informali che formali, che si occupano di cultura, diritto allo studio, scambi europei, sociale e ambiente.


Maria Rita Dal MolinMARIA RITA DAL MOLIN

A parlare dell’“operosità” del mondo del sociale e del non profit a Vicenza e provincia, il Direttore del CSV di Vicenza, Maria Rita Dal Molin, in questo incontro in doppia veste, quella di relatrice e di moderatrice.

A lei spetta una riflessione sull’intersezione di tre mondi che vive in prima persona: Vicenza capitale italiana della cultura, volontariato, riforma del Terzo Settore.

 


SIMONA SIOTTOSIMONA SIOTTO

Ospite d’onore, infine, Simona Siotto, Assessore del Comune di Vicenza con deleghe in materia di cultura e ambiente, che abbiamo fortemente voluto al nostro fianco per aggiornarci sullo stato delle cose dopo l’audizione di venerdì 4 marzo scorso e in attesa di sapere il verdetto finale di mercoledì 16 marzo, alle ore 11, quando sarà decretata la Capitale Italiana della Cultura 2024.

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