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Settimo incontro – Mercoledì 8 maggio – Cambiamento Climatico e nuove politiche green

La sfida del cambiamento climatico e la necessità di avviare una transizione energetica orientata alla riduzione delle emissioni, fino all’ambizioso obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, rappresenta uno scenario destinato a incidere in modo significativo anche sui processi produttivi, sugli equilibri finanziari, sulla competitività delle imprese, ma anche sulla vita delle persone. Come si può affrontare questo cambiamento nel modo più efficace e, soprattutto, in modo responsabile, così che ognuno sia parte attiva in questo processo ormai indifferibile? Ne parliamo insieme a Daniele Pernigotti, biologo. Amministratore di Aequilibria Srl-SB, società di consulenza e formazione ambientale, rappresentante dell’Italia in diversi tavoli tecnici internazionali legati al cambiamento climatico e a Mirco Pegoraro, CEO e product designer di Geoplast, azienda che idea e progetta soluzioni innovative per l’edilizia, in ottica di tutela dell’ambiente e sostenibilità, rispetto alle sfide del cambiamento climatico.

Sono loro gli ospiti del settimo appuntamento della rubrica del CSV Vicenza, CiSiVede in Rete, in programma mercoledì 8 maggio, dalle 18.30 alle 19.10.


Daniele Pernigotti

Biologo. Amministratore di Aequilibria Srl-SB, società di consulenza e formazione ambientale.

Rappresenta l’Italia in diversi tavoli tecnici internazionali legati al cambiamento climatico, a partire da quelli ISO che sviluppano le norme sul carbon accounting. In particolare, è stato Coordinatore del gruppo di lavoro ISO dedicato allo sviluppo della norma sulla Carbon footprint di prodotto (ISO 14067) e attualmente guida il Comitato tecnico europeo sul cambiamento climatico (CEN/TC 467) e il parallelo Gruppo di Lavoro italiano di UNI (GL15) sullo stesso argomento.

È il Direttore del programma nazionale Carbon Footprint Italy, dedicato a comunicare i risultati della quantificazione delle emissioni di gas a effetto serra di prodotti e organizzazioni e delle loro riduzioni, fino alla carbon neutrality.

Dal 2006 segue in prima persona il negoziato internazionale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

Ha svolto attività di giornalismo sull’argomento ed è autore di numerose pubblicazioni, tra cui: Come affrontare i cambiamenti climatici (2007), Il clima (2011), Carbon Footprint (2011) e Con l’acqua alla gola (2015).

Di cambiamento climatico si parla in continuazione, ma, operativamente, si fa altrettanto?

“Non credo sia corretto dire che si parla in continuazione di cambiamento climatico. Sicuramente si parla moto di più di qualche anno fa, perché ormai le evidenze degli impatti sono così eclatanti che è impossibile far finta di niente. Però, credo anche che non si parli ancora a sufficienza delle soluzioni da intraprendere per affrontare il cambiamento climatico e neanche dell’urgenza con cui debbono essere adottate tali soluzioni. Forse anche per questo dal lato operativo la strada da fare è davvero ancora tanta”.

In quanto a ‘politiche green’, l’Italia come si colloca? E quale può essere il ruolo dei singoli cittadini?

“Per politiche green si intendono politiche ambientali ad ampio spettro, che vanno anche al di là dello specifico del cambiamento climatico. Sui temi ambientali la legislazione è ampia e l’Italia si muove nell’alveo della politica europea. Ma quando si scende sul fronte delle politiche climatiche dobbiamo prendere atto che la politica italiana è spesso più a traino che nella locomotiva del treno del cambiamento. I cittadini hanno di sicuro un ruolo importante, ma questi cambiamenti non possono essere attuati con la sola forza dei singoli e la politica continua a svolgere un ruolo centrale. Per chiudere il cerchio bisogna però ricordare che i cittadini sono anche gli elettori che scelgono la classe politica degli anni futuri. Ecco allora che il tema della cultura e consapevolezza dei cittadini torna a essere centrale”.


Mirco Pegoraro

51 anni, ingegnere. Seguo le aziende di famiglia dal 1998 anno in cui mi sono laureato e anno in cui nasce Geoplast. Quando entrai in azienda mi appassionai molto all’attività produttiva e in special modo allo stampaggio ad iniezione. Nei primi anni ho passato la maggior parte del mio tempo in produzione per poi addentrarmi nel mondo degli stampi e dei nuovi prodotti. Con i primi prodotti inventati iniziammo ad andare in fiera in Italia e all’estero e attraverso il contatto con i clienti e alle visite in cantiere iniziai ad pensare nuove soluzioni per il modo delle costruzioni. Sono una persona che nella vita privata passa molto tempo nella natura e ho sempre pensato modi che creare soluzioni che facessero risparmiare risorse naturali riutilizzando la plastica che tutti i giorni gettiamo via fosse un percorso obbligato per la nostra sopravvivenza.

Lei ha inventato e brevettato un prodotto rivoluzionario, che utilizza plastica riciclata: ci racconta di che cosa si tratta?

“Uno dei prodotti di maggior successo è stato Geopanel. Geopanel consiste in un pannello in plastica (ABS) modulare e componibile secondo le esigenze di progetto per il getto di muri e solai in calcestruzzo. E’ realizzato in plastica riciclata e sostituisce solitamente i pannelli in legno utlizzati in cantiere. E’ più leggero e durevole rispetto ai pannelli in legno tradizionali e grazie alla sua facilità di montaggio viene adottato spesso in situazioni disagiate e nei paesi in via di sviluppo”.

Si può fare impresa, in modo competitivo, oggi ma, allo stesso tempo contribuire alla sostenibilità ambientale e alla tutela del pianeta?

“Oggi le regole della competizione sono cambiate rispetto al passato, l’impatto ambientale e la gestione dei rifiuti ricoprono un ruolo fondamentale nel modo di fare impresa. Penso che solo attraverso l’innovazione si possa arrivare a combinare sostenibilità, guadagno e raggiungere un equilibrio essenziale per la tutela dell’ambiente”.

 

 

 

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