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Sesto incontro – Mercoledì 17 aprile – Le relazioni umane motore del cambiamento

I più recenti studi confermano come le relazioni umane sono un fattore fondamentale non solo delle dinamiche sociali, ma anche dello sviluppo economico, della sostenibilità e, in generale, di incredibili opportunità di crescita e cambiamento. E’ questo il tema al centro del sesto appuntamento con ‘CiSiVede in Rete’. Ospiti d’eccezione della rubrica ideata da CSV Vicenza, in diretta on line, mercoledì 14 aprile, saranno Ketty Panni, co fondatrice di Beate Farm e presidente di Relazionesimo, e Sara Rigon co-fondatrice di Parco della Stagioni Impresa Sociale. Sarà l’occasione, partendo dalle loro rispettive esperienze, di fare una serie di riflessioni, spunti e approfondimenti sull’importanza di riscoprire il valore delle relazioni e la necessità, non più differibile, di riportare al centro della vita sociale ed economica l’essere umano e le relazioni in tutte le diverse declinazioni.


Ketty Panni

Presidente di Relazionésimo, progetto imprenditoriale fondato con Ombretta Zulian, con la quale ha anche dato vita a Beate Vivo Farm Srl, azienda che ha lo scopo di rendere tangibile il valore del capitale relazionale, partendo da un concetto base: la centralità dell’essere umano e delle sue relazioni con imprese, istituzioni e territorio.
Grazie alle competenze e alla formazione manageriale ha svolto ruoli apicali in Oleodinamica Panni fino a diventarne CEO e ricoperto cariche elettive all’interno di amministrazioni locali. Ha assunto ruoli di rilievo a livello associativo imprenditoriale, partecipando a iniziative di sviluppo sociale in ambito internazionale rivolte, in particolare, all’assistenza e alla cura dell’infanzia. Promotrice di diverse iniziative culturali e sociali, è da sempre partecipe della sua comunità.

Cominciamo con lo spiegare che cos’è Relazionésimo?

“Relazionésimo è un progetto imprenditoriale e culturale che, con diversi strumenti e iniziative multidisciplinari mira a rafforzare le relazioni tra individui, organizzazioni e territori, con l’obiettivo di creare un futuro sostenibile e un nuovo patto di fiducia tra le generazioni”.

Un progetto ambizioso che si pone quali obiettivi?

“Relazionésimo, attraverso le sue iniziative e i suoi progetti, valorizza e promuove il capitale relazionale di imprese, organizzazioni e istituzioni, partendo dalla centralità dell’essere umano e dalla bellezza del suo operare. Partendo da questo approccio, Relazionésimo sostiene che le relazioni umane sono il motore del cambiamento e della trasformazione sostenibile della società
La prossima, importante iniziativa di Relazionésimo sarà RelazionExpo, un innovativo format espositivo che si svolgerà a Vicenza, presso la Fiera, dal 28 novembre al 1° dicembre e vedrà coinvolte imprese, organizzazioni e istituzioni chiamate a raccontare e a raccontarsi – soprattutto ai giovani – partendo dai propri valori e dal valore del loro capitale intangibile: tutto ciò che costituisce il valore di un’attività o di un ‘impresa prima e oltre il prodotto”.


Sara Rigon

40 anni compiuti a novembre, vicentina da sempre con varie trasferte qua e là! Studio al liceo scientifico e poi lingue a Padova, per entrare subito a scoprire il mondo della gioielleria che tanto ci appartiene, da queste parti, come addetta back office in Roberto Coin SPA. Le logiche di un brand mi appassionano e così scelgo di lasciare i gioielli per specializzarmi in marketing e comunicazione a Milano. Di lì in poi l’innamoramento per questa disciplina, alcuni anni nella metropoli in un paio di agenzie pubblicitarie, poi una partita iva per dedicarmi alla consulenza e un percorso importante per crescere in Legor Group SPA. Dal 2021, socia di Parco delle Stagioni Impresa Sociale, ora mio principale mestiere e pure motivo per svegliarmi la mattina con il piede giusto. Qui mi occupo di tante cose come sempre accade in attività in partenza ma conservo un amore speciale per la parte di comunicazione, trovando il tempo per raccontare questa nostra avventura a più non posso; sono la referente per la sartoria e con Nicola, cugino e socio, mi dedico all’avviamento delle altre attività di impresa sociale. Nel frattempo, aspirante “mamma che se la cava” dal 2020; canterina da sempre e da alcuni anni dedita allo swing con gli altri 4 musicisti di un bel gruppo che funziona anche perché ci si diverte da matti.

Come è nata l’idea del progetto Parco delle Stagioni?

“Parco delle Stagioni è un’iniziativa di famiglia, dove i giovani attingono dall’esperienza imprenditoriale dei loro genitori e fanno evolvere l’approccio al lavoro. Perché “Impresa” e “Sociale” vengono spesso vissuti come due concetti in contrapposizione; crediamo non lo siano e lavoriamo per dimostrarlo, innestando l’esperienza accumulata fino ad oggi in una nuova realtà che è per sua specifica natura “sociale”. Scavando a fondo, c’è un forte desiderio di giustizia, e si manifesta nel voler dimostrare che un equilibrio nel “business” è possibile e che porta più lontano. Questo è un progetto per la bellezza delle relazioni umane, sostenuto nelle sue finalità dalla sede che presto lo ospiterà: un tempo “Villa Donà”, la splendida “Signora di Motta di Costabissara”, e il suo parco. Un luogo storico del nostro territorio che dopo anni di abbandono viene riqualificato e riconsegnato alla vita. In Parco delle Stagioni le persone possono dedicarsi a iniziative che le arricchiscano: opportunità di lavoro e attività per il loro tempo libero. Siamo favoriti dall’armonia con la natura, dal fascino di una sede con una lunga storia, con i suoi spazi accoglienti. E stiamo formando un gruppo di persone senza etichette, unite nella voglia di fare e imparare e che si sentono orgogliose di partecipare attivamente a un bel progetto di gruppo che cresce, per quello che ciascuno può dare. Lo spunto del progetto è senza ombra di dubbio della parte senior della famiglia, in particolare mia madre, Roberta, e Flavio, mio padre. Ci stanno insegnando a pensare in grande e a lungo termine… a sognare: pare una pratica poco consolidata nelle nuove generazioni, molto legate all’oggi e alla sopravvivenza sul breve. Lo sguardo dovrebbe correre più lontano. Noi stiamo imparando a farlo. E ci è anche molto chiaro che i sogni si possono concretizzare quando ci sono anche le condizioni economiche per poterlo fare. In questo la famiglia (nella veste di una società immobiliare, Officina27, nata a seguito della vendita dell’azienda metalmeccanica fondata dal nonno) sta finanziando le attività di restauro della sede e ci sta supportando economicamente per l’avviamento delle attività dell’impresa sociale, oggi nello specifico la sartoria. Un esempio, come sarebbe bello ce ne fossero molti, di una profit che affianca una no profit per sostenerla in avviamento. Noi abbiamo avuto la fortuna di poterne essere parte”.

In che modo pensate che le relazioni possano generare cambiamento?

“Relazioni di qualità generano cambiamento perché ci mettono nella condizione di avere fiducia gli uni degli altri e di scegliere la strada della collaborazione. È sbagliato senza ombra di dubbio pensare di poter far tutto da soli, perché è prima di tutto causa di una vita triste e anche perché è una strategia profondamente inefficace: siamo diversi e ci completiamo, e grazie a questo possiamo attivare meccanismi che ci fanno andare lontano. Fidarsi dell’altro comporta una relazione diretta, trasparente e a un solo livello, in cui ognuno diventa responsabile per una parte, in cui le logiche si definiscono insieme perché siano da tutti accolte e difese. Logiche che si estendono anche fuori dal contesto lavorativo, in un’idea di Comunità e di supporto reciproco. E poi le relazioni di qualità ci fanno migliorare in quanto esseri umani, perché (se siamo intelligenti) ci possono far uscire dall’individualismo insegnandoci ad apprezzare anche quello che non siamo o ancora non conosciamo, che esiste al di fuori di noi, grazie alla relazione autentica con chi ci sta accanto. Da noi tutto questo è un esercizio costante tra differenze di culture, di attitudini e di modi di pensare… e ogni giorno facciamo un passo avanti, consolidiamo la fiducia e così ci sentiamo pronti a guardare un po’”.

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